Attraverso un’indagine delle case residenziali costruite nei quartieri suburbani della Germania a partire dagli anni ’50, ossia dal momento della ricostruzione successiva alla Seconda Guerra Mondiale, fino alle nuove costruzioni, formalmente indistinguibili da quelle costruite in precedenza, Kaesbach arriva alla creazione di una metafisica notturna: una nuova costruzione del tempo e del luogo fotografico. Avendo bene in testa i precetti teorizzati della cosiddetta Scuola di Düsseldorf, avanguardia fotografica formatasi a partire dal 1976 presso la Kunstakademie attorno a Bernard e Hilla Becher, Kaesbach arriva a creare immagini-archetipo attraverso la posizione oggettiva
assunta nei confronti del soggetto fotografato e la disumanizzazione delle immagini, ottenuta mediante una ripetizione seriale a “scarto minimo”, intendendo con questo una ripetizione della struttura fotografica e della tipologia di abitazioni identificate. Saale, Niederrhein, Rhein-Main, Ruhrgebiet sono alcuni dei luoghi scelti di un progetto che inevitabilmente è sempre in divenire, avendo nello sviluppo statico del tempo il suo cardine.
La struttura fotografia è inamovibile: l’inquadratura è centrale e ad altezza uomo, una serie di livelli formati da elementi base – la strada, il marciapiede, il recinto, le piante – isola e mette in risalto una casa residenziale. Edifici simili ma costruiti in tempi molto diversi sono unificati dalla distesa del cielo notturno e dalla luce artificiale dei lampioni che, unitamente a un tempo prolungato di esposizione, proietta una serie di ombre sospese e innaturali sulle case già divenute monumenti enigmatici e solitari.