It is not ’600 è una serie di immagini che racconta la rottura tra mondo classico e mondo moderno. Il Seicento, come testimoniano le opere di Baschenis, Caravaggio, Nessoli, è il secolo in cui il genere della natura morta si è maggiormente sviluppato, interpretando quel senso di precarietà della vita che investì l’Europa in seguito alla Guerra dei Trent’anni e al dilagare di malattie come la peste nera. Ma, se nei dipinti seicenteschi la caratteristica comune a tutti gli elementi simbolici allusivi al tema della caducità era la fissità, l’immobilità e la stasi, nelle opere di Pozzuoli sono il dinamismo, l’esplosione e la forza a farla da padrone, testimoniando un passaggio tra due estremi opposti; dall’essere silenziosa e chiusa nelle proprie paure, la società è ora inarrestabile e incontrollabile, rumorosa e frantumata. Le opere rappresentano una natura morta futurista; siamo nel secolo del progresso, della rapidità, del consumo. Per questo il titolo è un’affermazione ma anche un avvertimento.
Ogni immagine è frutto di un complesso processo: inizialmente viene disegnata la scena, realizzato un bozzetto in cui si definiscono i materiali, i colori e le proporzioni; successivamente ci si sposta in studio dove vengono fotografati gli elementi statici, quali frutta e verdura, e il vetro viene rotto separatamente, catturando ogni singolo attimo di questa esplosione. Solo a questo punto tutto viene montato e composto nella sua forma fotografica finale.