L’effetto mosso utilizzato da Stefano Nicolini vuole rompere ogni relazione che gli sportivi protagonisti degli scatti hanno con le proprie vittorie, con il contesto in cui sono inseriti e con cui vengono solitamente identificati, restituendone così la vera essenza: la sacralità del gesto atletico quale momento più alto della sfida a se stessi prima ancora che agli avversari, colta nei momenti topici dell’esperienza agonistica offerta durante le manifestazioni del più alto livello internazionale.
Il colore accentua il coinvolgimento dell’osservatore, avvolgendolo nella dimensione onirica rappresentativa degli scatti. Il corpo fisico si trasforma in un corpo astratto, ricco di tensione e fascino emotivo.
Viaggiatore instancabile, da adolescente visita molti paesi asiatici, dal Pakistan all’Afghanistan e in queste occasioni sperimenta l’arte della fotografia. Non segue alcun corso professionale, si forma in modo indipendente nello specifico settore della fotografia naturalistica e di reportage, affiancata dall’attività giornalistica di completamento. Nel 1989 viene incoraggiato dal celebre Art Wolfe, uno dei migliori interpreti dello scatto naturalistico. Nel primo periodo di attività, il giovane artista privilegia l’estetica e la grandiosità nello scatto, e per questo ritrae creature imponenti e paesaggi drammatici. Trova nelle regioni polari un forte slancio drammatico, dovuta all’isolamento dell’area e alla sua immensità. Nicolini non si propone di esplorare i nuovi avamposti della fotografia contemporanea, non si inventa un genere pittorico, ma è spinto dal desiderio di ritrovare una relazione armoniosa con il nostro ambiente, allontanandosi molto dallo scatto vuoto, sporco e forzatamente scandalistico. Il 1979 è l’anno del primo servizio giornalistico, mentre il 1983 è l’anno della sua prima mostra fotografica a New York. Gli anni ’90 sono il periodo di maggior produzione, nonché lo slancio della sua carriera. Dal 1997 l’artista vive a Buenos Aires e collabora con le maggiori testate del settore, italiane e straniere. Per l’editore El Ateneo è autore di alcuni libri riguardanti zone polari e varie regioni argentine.
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