Soul shapes #2

  • Pino Dal Gal
  • 2005
  • N. Inv. 288.16.02
  • Edizione 30 + 2 AP
  • Categorie: Still life, Still life

Una ritmica sequenza di immagini in bianco e nero compone questa serie, alternando formati quadrati a formati rettangolari. Il tema presentato è molto diffuso nella storia delle arti ed è stato oggetto delle sperimentazioni artistiche di molti. Sia fotografi, che pittori, tra cui Tina Modotti, Man Ray, Robert Mapplethorpe i Preraffaelliti e Georgia O’ Keeffe, hanno scelto ed eletto la calla, fiore ricco di significati e di valenze simboliche, a illustre soggetto delle loro creazioni, reinterpretandolo, di volta in volta, attraverso personali modi espressivi. Anche Pino Dal Gal ne ha fatto la protagonista di questa serie, dando vita a immagini che si contraddistinguono per una grande eleganza e per una delicata bellezza. Il fotografo non si limita a immortalare il fiore, ma, scatto dopo scatto, ne indaga con estrema attenzione l’essenza più profonda. Partendo dall’analisi delle forme plastiche, egli va al di là della semplice apparenza formale per restituirci una visione ideale e sublimata del fiore, accentuata dall’uso del bianco e del nero. Messo da parte ogni intento puramente documentaristico, Dal Gal, al pari degli artisti sopracitati, ci propone, attraverso queste fotografie, la sua unica e personale reinterpretazione delle calle.
Nome di punta della fotografia italiana, Pino Dal Gal nasce a Verona, dove sviluppa la propria sensibilità artistica. A Milano perfeziona le tecniche di ripresa, dedicandosi totalmente alla fotografia di costume. Nel frattempo lavora ai servizi editoriali di Mondadori e apre a Verona un’agenzia di pubblicità ma la fotografia rimane la sua prima occupazione. Diventa strumento di denuncia sociale con le collezioni Chicken Story, Mensa Aziendale e La Cava, che con taglio giornalistico riportano la particolare condizione dell’ambito lavorativo nell’Italia degli anni ’70. È il periodo delle prime esposizioni estere tra cui le Galerie Vinci 1840 di Parigi nel 1977, la Canon Gallery di Amsterdam e il Taller Fotografico di Barcellona lo stesso anno. Nel 1977 Helmut Gernsheim porta molte delle sue fotografie negli Stati Uniti e le cede alla collezione fotografica dell’University of Texas, Austin. Gli anni ’80 lo vedono concentrato sulla ricerca di forme antropomorfe di rocce e nudi. Lo stesso Gernsheim lo sceglie per rappresentare l’Italia nella Selezione Internazionale di Fotografia di Hildesheim, e successivamente quale unico fotografo italiano per l’inaugurazione del nuovo spazio espositivo Guggenheim a Venezia. Nel 2000 è presente al Centro Internazionale di Fotografia - Scavi Scaligeri di Verona ed espone alla Keith de Lellis Gallery (New York); nel 2001 partecipa alla 1°Biennale Annali Postumia di Fotografia - Museo d’Arte Moderna di Gazoldo degli Ippoliti(Mantova). Nel 2003 espone allo Stoke Museum and Art Gallery(Bath, UK). Lesue opere sono presenti in numerose collezioni pubbliche, ad esempio al Reiss Engelhorn Museen-Manheim (Germania), al Museo d’arte Moderna - Gazoldo degli Ippoliti (Mantova), all’University of Texas - Austin “The college of fine Arts”, fondazione H. Gernsheim e al Museo d’arte moderna e contemporanea di Modena.