Fichi e Dipladenia

  • Simona Rizzo
  • 2012
  • N. Inv. 291.16.02
  • Edizione 30 + 2 AP
  • Categorie: Still life

Ciò che contraddistingue gran parte dell’attività fotografica di Simona Rizzo è la particolare tecnica da lei utilizzata, il light painting. Rizzo “dipinge” con la luce, dando vita a immagini che si distinguono per i forti contrasti luministici e che richiamano inequivocabilmente la pittura seicentesca di matrice caravaggesca. In questa fotografia, l’oggetto prescelto, illuminato con una piccola fonte luminosa, viene messo in evidenza, lasciando sprofondare nell’ombra tutto ciò che gli sta attorno.
Simona Rizzo si appassiona alla fotografia per gioco, quando a sette anni una zia le regala una macchina fotografica di seconda mano. Ma il suo percorso prende una direzione inaspettata e crescendo decide di concentrarsi sugli studi classici. A diciott’anni decide di frequentare la facoltà di Architettura del Politecnico di Torino, e poco prima si laurearsi si sposa e ha due bambini. La loro nascita rappresenta un nuovo periodo per l’artista: da questo momento la fotografia diventa il suo mestiere. Studia da autodidatta, per poi seguire numerosi corsi di specializzazione tenuti da grandi nomi del mondo artistico, come Ludovico Fossà e Francesco Ferla. Con il tempo sviluppa grande interesse per una particolare tecnica fotografica, il light painting: consiste nell’investire di luce il soggetto con una sorgente luminosa proprio come se fosse un pennello, giocando sul chiaroscuro, sul contrasto di luce e non-luce. I soggetti scattati sono nature morte, risultato di studi effettuati dall’artista su alcuni pittori del XVII secolo per il particolare tipo di composizione e l’organizzazione dello spazio: le nature morte sono caratterizzate dalla proiezione su sfondo nero che esalta gli elementi in primo piano, mentre lo spazio è organizzato secondo le regole delle proporzioni auree. Lo stile unico di Simona Rizzo non è rimasto inosservato per molto, come dimostrano le numerose pubblicazioni di alcune sue opere sulla rivista Foto Cult, al momento alcune sono presenti in collezioni private.