Il cielo terso e privo di nuvole, l’apparente assenza di vento e la luce tenue ed elegante del crepuscolo sono elementi che contribuiscono alla suggestione che questo ritratto metropolitano provoca a chi lo osserva. Gli edifici e le loro luci si specchiano nell’acqua e, anche se il riflesso non è perfetto, il contrasto tra i colori e il corso placido e imperturbabile dell’acqua contribuiscono a trasmettere totalmente la sensazione di essere proprio lì, dove è stata scattata la fotografia, nello stesso luogo e nel momento esatto in cui tutto sta accadendo.
Giovane talento milanese, Stefano Gardel sviluppa la sua innata passione per l’arte attraverso i numerosi viaggi compiuti per il mondo a scopo lavorativo e per piacere. Viaggiatore instancabile, Gardel si specializza in street photography e in paesaggistica. Quando si trova in un ambiente urbano, l’artista sfrutta los pazio per creare una sovrapposizione di piani e quindi di palazzi, ferrovie,abitazioni, edifici che spuntano uno dietro l’altro, come se fosse un gioco di incastri. Questa tecnica è evidente nella serie The high skyline, che ha come protagonista la New York meno conosciuta, a tratti irriconoscibile. In Time square reflections, invece, abbiamo un ritratto della Grande Mela più familiare; qui infatti sono centrali le luci al neon delle immense pubblicità che nascondono la presenza dei passanti. Seguono anche scatti paesaggistici in cui Gardel riprende la sua Svizzera e le Dolomiti, serie che denota profonda suggestione nel modo in cui ritrae montagne, prati e foreste.
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